Il nostro Manifesto
Manifesto del Partito Liberaldemocratico
Il Partito Liberaldemocratico, membro dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa (ALDE), si riconosce nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nei valori fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, nei valori e nei principi delle società liberali occidentali espressi dal Manifesto di Oxford del 1947 dell’Internazionale Liberale e nelle istituzioni internazionali multilaterali volte alla risoluzione delle controversie e alla promozione della cooperazione tra i popoli.
Il Partito Liberaldemocratico nasce per promuovere le libertà individuali, economiche e civili e moltiplicare le opportunità di scelta per il maggior numero possibile di persone, con l’ambizione di dare a ciascuno pari opportunità di crescita e realizzazione del loro potenziale.
Il Partito Liberaldemocratico non si vuole arrendere al declino dell’Italia.
Un declino rappresentato da alcuni inconfutabili fatti: dall’inizio della globalizzazione ad oggi è stato, all’atto pratico, il paese al mondo che ha registrato il più basso tasso di crescita medio del Pil. Come conseguenza, le retribuzioni sono ferme e centinaia di migliaia di giovani lasciano l’Italia, spinti dalla mancanza di opportunità e dalla frustrazione per un sistema che non premia il merito. L’Italia è ostaggio di un sistema politico paralizzato: un paese in cui i problemi si stratificano, mentre il dibattito si arena in slogan vuoti, incapaci di costruire una visione per il futuro.
Dagli Anni Novanta del secolo scorso la globalizzazione e la rivoluzione digitale hanno mutato radicalmente, assieme a ogni dimensione della nostra vita, anche le categorie politiche tradizionali.
Tre tendenze politiche, tutte ugualmente pericolose per le libertà della persona, si aggirano per l’Europa e per il mondo.
La prima è quella dell’autocrazia, dei regimi illiberali, delle cosiddette “democrature”. Tutte quelle torsioni della democrazia che vengono considerate ormai necessarie a fronte di un mondo complicato, e veloce, di fronte al quale il formalismo della liberal-democrazia e le lungaggini delle istituzioni rappresentative sono considerate una perdita di tempo.
La seconda è quella del populismo, i cui tratti fondamentali sono nocivi non solo per l’attività di governo ma anche per un ordinato e formativo dibattito pubblico: l’iper-semplificazione della realtà, la manipolazione comunicativa, la riduzione del linguaggio politico a slogan pubblicitari, la ricerca del consenso popolare limitandosi ad assecondare gli istinti del momento, l’assenza di ogni dimensione ideale dell’agire politico, lo svuotamento delle assemblee elettive quali espressioni del principio della democrazia rappresentativa.
La terza è quella della conservazione. A fronte dello shock della globalizzazione e del cambiamento tecnologico, è molto forte la tendenza a voler riportare indietro le lancette della Storia. Al mondo costituito da stati nazionali poco interconnessi, alle sovranità esclusivamente nazionali, ai mercati più stretti e più controllati, a dimensioni più ridotte. L’offerta politica che ne deriva punta a far leva sulle paure degli elettori, e allo stesso tempo rassicurarli, rappresentando la globalizzazione come una brutta parentesi, con la promessa di un ritorno a un mondo passato che, a loro dire, può meglio proteggere e tutelare gli interessi del popolo.
Alla base di questi tre fenomeni ci sono ragioni profonde: l’ascensore sociale ormai bloccato da anni, la crisi del ceto medio, la percezione di precarietà e insicurezza, e le paure di un mondo globalizzato e potenzialmente incontrollato, il venir meno di un patrimonio ideale condiviso.
Il Partito Liberaldemocratico nasce per combattere simultaneamente tutte e tre queste pericolose tendenze.
I valori fondanti del Partito Liberaldemocratico
- Il binomio inscindibile tra democrazia politica ed economia di mercato, la difesa delle società occidentali contro ogni tipo di minaccia che mini alle fondamenta i principi di libertà economica e politica della persona;
- L’atlantismo, e il completamento dell’integrazione economica e politica europea, nel rispetto del principio di sussidiarietà;
- L’allargamento delle possibilità di scelta che le persone, tutte le persone, possono compiere; l’obiettivo ultimo è quello di vivere in una società in cui per chiunque sia possibile perseguire liberamente la propria felicità, massimizzando il legame tra impegno individuale e risultato conseguito;
- L’uguaglianza dei punti di partenza ma non necessariamente quella dei punti di arrivo; la promozione del talento e del potenziale di ogni persona attraverso l’indispensabile legame tra merito e pari opportunità, garantendo ad ognuno il diritto di realizzarsi e autodeterminarsi, indipendentemente dal genere, origine, religione e condizione sociale, scoraggiando comportamenti opportunistici e non responsabili nei confronti della propria comunità;
- L’istruzione, la cultura e il sistema formativo quali principali strumenti di libertà della persona, di creazione di opportunità al fine di garantire l’emancipazione personale, sociale ed economica di ogni persona; la scuola e l’Università come il più grande laboratorio di idee e alla base del futuro del paese per riattivare l’ascensore sociale, la concorrenza nell’offerta formativa, la libertà accademica e la ricerca quali condizioni essenziali del progresso, offrendo a tutti i meritevoli adeguati strumenti e, per chi non ne dispone, i necessari mezzi;
- Il mercato quale miglior strumento per allocare le risorse, la promozione di politiche di liberalizzazione dei mercati e di affermazione della concorrenza come via di moltiplicazione delle opportunità e di promozione della democrazia economica nell’ottica di uno sviluppo e di una crescita sostenibile e duratura;
- Il mercato quale istituzione sociale che va costruita e continuamente modellata da un’efficace ma limitata azione pubblica, volta ad assicurarne nel tempo la sostenibilità ambientale e sociale e che assuma come principio fondante la valutazione degli esiti delle proprie politiche, fondata su oggettive e solide basi empiriche. Tale preziosa azione deve concentrarsi sulla produzione di beni pubblici essenziali come istituzioni efficienti, giustizia, difesa, sicurezza, istruzione, infrastrutture fisiche e digitali, favorendo il collegamento di tutti i territori (in particolare le aree interne spopolate) al fine di rendere effettiva la democrazia degli spostamenti e degli scambi lavorativi, umani e culturali per dare valore ad ogni singola realtà territoriale. L’azione pubblica deve anche essere indirizzata alla difesa dei diritti sociali attraverso un potenziamento dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi pubblici, la cui natura tuttavia – in attuazione del principio di sussidiarietà - non deve comportare un automatico monopolio nell’erogazione da parte del settore pubblico, né tradursi necessariamente in un’offerta illimitata e gratuita di tali servizi indipendentemente dalle condizioni economiche dei beneficiari;
- Il lavoro quale strumento di emancipazione e realizzazione personale, in particolar modo per i giovani che – in questo momento storico - faticano a vedere riconosciuto il proprio talento e sono spesso costretti a scelte di ripiego o a emigrare all’estero senza che gli venga data l’effettiva (e non solo formale) reale possibilità di ritorno;
- Politiche di welfare che mettano al centro la persona, garantendo pari opportunità di partenza e sostenendo chi è in difficoltà, senza mai soffocare merito, autonomia e ambizione. Vogliamo realizzare politiche che non siano esclusivamente assistenziali, né che attraverso il sistema delle quote creino una società divisa in gruppi confliggenti, ma che investano sulle capacità e sul futuro di ciascuno, creando le condizioni per una società più equa, dinamica e inclusiva, anche attraverso la difesa dei diritti delle donne e l’eliminazione di ogni disparità di genere che sia frutto di pregiudizi e retaggi culturali. Particolare attenzione verrà data affinché vengano rimossi gli ostacoli che impediscono alle persone con disabilità e fragilità di partecipare attivamente alla vita sociale e perseguire le proprie ambizioni;
- La tutela dell’ambiente e degli eco-sistemi, rifuggendo da ogni deriva ideologica ma adottando un approccio basato sulla scienza, sul pragmatismo e sull’innovazione, sapendo bilanciare le esigenze di breve e di lungo periodo e nella consapevolezza che le politiche ambientali hanno inevitabilmente effetti su dinamiche sociali ed economiche; in particolare riconosciamo il ruolo strategico del nucleare e di tutte le tecnologie in grado di garantire sicurezza energetica e sostenibilità ambientale;
- Il potenziale trasformativo dell’innovazione tecnologica e dell’intelligenza artificiale, strumenti che, se valorizzati in un contesto di libertà economica e tutela della concorrenza senza eccessi di dirigismo, possono generare prosperità diffusa e nuove opportunità per tutti;
- La difesa e l’espansione dei diritti civili, quali strumento di realizzazione della libertà personale e dell’affermazione del diritto di scelta;
- Equità intergenerazionale che assicuri che ogni generazione abbia quantomeno le stesse opportunità di quella precedente, nella convinzione che non sia più possibile caricare sulle spalle dei giovani e delle generazioni future i costi delle politiche di acquisto del consenso politico dell’oggi;
- Le quattro libertà fondamentali dei Trattati europei: capitali, merci, servizi e persone, con l’avvertenza che quest’ultima deve necessariamente raccordarsi con le esigenze di tutela della sicurezza e legalità contrastando ogni forma di immigrazione non controllata;
- Lo stato di diritto, nel garantismo e nella legge applicata e garantita da un Giudice terzo che verifica la fondatezza dell’Accusa nel contraddittorio di due parti con uguali dignità; rappresentano elementi di civiltà irrinunciabili e inderogabili battaglie la separazione delle carriere dei magistrati, la responsabilità civile dei magistrati, il rispetto della presunzione d’innocenza, una giustizia più rapida e umane condizioni delle case di detenzioni in quanto, citando Voltaire, “il grado di civiltà di un paese si misura osservando le condizioni delle sue carceri”;
- Il valore essenziale della libertà di stampa, quale elemento cruciale per la trasparenza della politica, la circolazione delle idee e la partecipazione informata e consapevole alla vita politica del paese;
- La forma-partito, la migliore per organizzare l’attività politica, la formazione della classe dirigente e la raccolta del consenso. Partiti organizzati, contendibili e radicati nella società, con valorizzazione e coinvolgimenti delle rappresentanze territoriali, con leadership riconosciute e autorevoli ma senza nessuna forma di esclusiva e permanente identificazione tra leadership e partito. In generale va affermato il concetto che la politica, e chi la rappresenta, debba essere costantemente richiamata a rispondere delle proprie dichiarazioni e del proprio operato, prediligendo la pratica basata su obiettivi chiari e misurabili; trasparenza e responsabilità sono elementi imprescindibili per garantire credibilità all’azione politica e rafforzare il rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini.
Nella sua storia, l’Italia non ha quasi mai sperimentato la prevalenza politica di un’impostazione dichiaratamente liberaldemocratica ispirata a questi principi, o alla maggioranza di essi. Non ha aiutato, negli ultimi decenni, un’organizzazione del sistema politico che ha diluito queste sensibilità – in posizione inevitabilmente minoritaria e ancillare – all’interno di entrambi gli schieramenti dominanti, rifuggendo dalla sfida – culturale prima che politica – di riunire questa impostazione all’interno di un progetto politico unitario in grado di offrire agli italiani un progetto credibile e coerente.
Ma la pericolosa prospettiva di declino del paese, e per certi versi l’ancor più pericoloso stato del dibattito pubblico e del coinvolgimento democratico, rende ora improcrastinabile una decisa azione politica e culturale per cambiare direzione.
Per realizzare questa visione, il Partito Liberaldemocratico crede nell’attivo impegno individuale e collettivo, esortando a credere nella politica come strumento di trasformazione e miglioramento della società. Crede nella necessità di far crescere una classe dirigente di uomini e donne in grado di andare a rivestire ruoli di governo nelle istituzioni del nostro paese sulla base delle competenze e del merito, e nell’interesse della comunità e non di una singola parte.
Il Partito Liberaldemocratico sarà il motore necessario per organizzare le idee, raccogliere le migliori competenze e costruire una forza capace di incidere davvero nella vita delle persone.
Costruiremo un’Italia libera, aperta, dinamica e competitiva, dove il talento venga premiato, dove la politica dia risposte reali ai problemi delle persone e della comunità e dove un futuro di crescita, opportunità e libertà non sia un privilegio per pochi, ma una possibilità per tutti.